Luigi Giglioli 
Biografia
Nato a San Giacomo delle Segnate il 12 gennaio 1916, fu ordinato sacerdote il 29 giugno 1941 e destinato quale vicario collaboratore a San Benedetto Po. L’8 giugno 1942 parte per il fronte dell’Africa Settentrionale come Cappellano Militare Carrista nella Divisione “Ariete”. Partecipò alle alterne vicende della guerra nel deserto africano e ne scrisse in “Cinque mesi, da Tobruk a El Alamein, giugno-novembre 1942”. Dopo la battaglia di El Alamein, in cui l’“Ariete” fu praticamente distrutta, divenne cappellano militare della “Folgore”, da cui fu poi congedato con il grado di Capitano. Nel 1943 ricevette una croce di guerra al valore militare. Nel maggio dello stesso anno, dopo l’ultimo combattimento di Tunisi, cadde prigioniero degli inglesi. Dopo un lungo periodo trascorso nei campi di prigionia in Tunisia e in Algeria, fu trasferito negli Stati Uniti da cui tornò alla fine della guerra. Sbarcò a Napoli “un po’ stracciato, denutrito, con una manciata di am-lire in tasca, ma con le mostrine lucide, i nastrini delle campagne ben allineati sul petto… Ci teneva tanto a questa sua bardatura. Forse innocente civetteria; al profondo, un senso religioso per tanto sangue, per tanti eroismi, per tante lacrime che essa significava”. Così lo ricordava mons. Ciro Ferrari nell’elogio funebre. Il Vescovo Menna, che seguì con sollecitudine e apprensione le sorti dei cappellani militari mantovani, lo chiamò a dirigere il rinato settimanale diocesano “La Cittadella” . E qui, sempre secondo il ricordo di mons. Ferrari, “Fu direttore, redattore capo, cronista, impaginatore, correttore di bozze e, non di rado, anche tipografo. Passava giornate con le mani inchiostrate, il rumore delle macchine negli orecchi, le casse dei caratteri sotto gli occhi, un lavoro estenuante per la inesorabilità delle scadenze, per la scarsa collaborazione, per le insoddisfazioni dei lettori, le esigenze dei superiori (…) Così ogni settimana, cinquanta settimane all'anno per oltre venticinque anni (…) Scriveva semplice, corretto, ordinato. Agganciava il lettore e, senza svolazzi, lo trascinava al nucleo centrale dell'argomento che era il più vario, ma sempre interessante. Attualità ecclesiale, problemi locali, notazioni di costume, dibattiti di cultura e di politica. Raramente polemizzava, anche se non gli mancavano vivacità e prontezza di battuta. Preferiva il ragionare pacato, il sorriso talvolta ironico, ma sempre garbato. Non fu mai cattivo con la penna, come non lo fu mai nella vita.”.

Fu anche corrispondente dei quotidiani “L’Italia” e l’“Avvenire d’Italia”; iscritto all’albo dei giornalisti di Milano, delegato regionale per la Lombardia; membro del Consiglio Nazionale della Federazione Italiana Settimanali Cattolici; Accademico effettivo dell’Accademia delle Scienze di Roma e dell’Accademia Tiberina; Canonico onorario del Capitolo Cattedrale di Mantova; Rettore della Casa dello Studente di Mantova. Morì a Verona il 18 marzo 1979.

Negli ultimi anni, in alcune significative occasioni, è stata riscoperta e valorizzata la figura di mons. Giglioli che confermò ampiamente, nel corso della sua non lunghissima ma ricca esistenza, quelle doti umane e cristiane – coraggio, carità, intelligenza, generosità – che già rivelò da giovane chierico, come possiamo ben cogliere in filigrana nelle pagine accorate del diario che qui presentiamo e che egli volle consegnare alle famiglie delle giovani vittime dell’incidente aereo di Schivenoglia.

Nel 2004 l’Amministrazione Comunale di San Giacomo delle Segnate gli ha dedicato una piazza. Nel 2008 gli è stato intitolato il Centro Diocesano della Comunicazione Cattolica, che riunisce gli uffici de “La Cittadella” e di “Radio Laghi”. Anche recentemente, in occasione della Giornata delle Comunicazioni Sociali, don Stefano Siliberti ha ricordato con affetto le doti di mons. Giglioli, che seppe declinare l’amore per il prossimo anche secondo i paradigmi del linguaggio giornalistico: “Nel suo ‘esilio’ dal settimanale cattolico “La Cittadella” negli anni ’70, mons. Giglioli non smise di essere ‘servitore’ della comunicazione (…) In questa giornata delle comunicazioni sociali, rievocare questa quasi dimenticata figura di esemplare sacerdote mantovano, torna quanto mai doveroso, non solo per un atto di riconoscenza, ma soprattutto per rieditare la coscienza e la consapevolezza che gli strumenti della comunicazione sociale non sono un hobby degli addetti ai lavori: appartengono al cammino ecclesiale, che dovrebbe essere più ‘sinodale’ e meno soggettivo.

Ricordo molto bene la giovialità e serenità con cui mons. Giglioli condivideva la compagnia degli amici sacerdoti, senza mai accennare alla ‘sofferenza’ depositata nel profondo del suo cuore. Egli diventava l’anima di gioia che zampillava dalla sua esperienza di ‘militante’ del dovere fino in fondo, sin da quando aveva vissuto da cappellano le note vicende belliche in terra d’Africa. Gli rimase così impresso quel servizio sacerdotale, che, quando, ammalato a motivo dell’“ospite clandestino”, come recentemente diceva mons. Ulisse Bresciani, mons. Luigi dovette passare da Mantova all’ospedale di Verona, mi confidò: “Sono pronto, come in guerra; zaino sulle spalle e via ad affrontare il pericolo, senza certezze; non so se tornerò da Verona; mi ritengo pronto”. E fu profeta di se stesso. Tornò a Mantova, ma in una bara chiusa e sigillata. Deposta nella Casa dello studente, potei subito celebrare una Messa nella umida cappella. Clima adatto per inumidire gli occhi di lacrime nostalgiche per la sua dipartita. Ha lasciato alla diocesi però, tutta la sua poderosa opera: “Cento anni cinque testate”. Archiviate e a disposizione degli studiosi e ricercatori. Miniera inesauribile di notizie che mons. Giglioli stesso presentava con ambizione, accompagnata da tanta umiltà”.

Bibliografia

Smorfie tra reticolati: realtà e umori di prigionieri d’Africa, 1946, Mantova, La Cittadella, 1970.

Cinque mesi: da Tobruk a el Alamein giugno-novembre 1942, Mantova, La Cittadella, 1967.

Preti allo specchio: il clero mantovano e la Traccia, Mantova, la Cittadella, 1970.

Don Adamo Sandrini: ricordo: orazione funebre tenuta da mons. Luigi Giglioli nella chiesa parrocchiale di San Giacomo delle Segnate il giorno 19 febbraio 1970, Mantova, La Cittadella, 1970.

Colletti e Collari: laici mantovani e clero diocesano in una inchiesta, Mantova, La Cittadella, 1971.

Cento anni, cinque testate, Mantova, La Cittadella, 1977.